Open Data

 

Negli anni più recenti è stato constatato che le organizzazioni pubbliche raccolgono, generano ed elaborano in maniera continuativa quantità elevatissime di dati nell'ambito dell’espletamento delle ordinarie attività operative. Un progresso senza precedenti registrato nel “Web 2.0” (il Web “sociale”) e nel “Web 3.0” (il Web “semantico”) ha condotto ad un significativo incremento della potenziale conoscenza racchiusa nei dati memorizzati all'interno delle basi di dati della Pubblica Amministrazione. La relazione tra i volumi di dati trattati e l’accrescimento delle capacità di mining rappresenta uno stimolo per gli enti pubblici a fornire dati pubblici in maniera aperta e facilmente accessibile.

Mettere a disposizione del cittadino e delle imprese l’insieme dei dati pubblici gestiti dall'Amministrazione in formato aperto rappresenta un passaggio culturale necessario per il rinnovamento delle istituzioni nella direzione di apertura e trasparenza proprie dell’Open Government, a tutti i livelli amministrativi. Il libero accesso all'informazione pubblica si configura infatti come un aspetto fondamentale per tradurre il concetto di Open Government in un vero e proprio modello sostenibile, libero da restrizioni affinché possa svilupparsi un vero e proprio processo di collaborazione tra le istituzioni e la comunità dei cittadini sulle scelte di governo, anche per la rielaborazione in forma nuova e diversa dei dati messi a disposizione.

 

Cosa sono gli Open Data

 

Si chiama Open Data il modello che consente di rendere dati e informazioni delle istituzioni pubbliche “aperti” e accessibili direttamente online. Più in generale, per Open Data si intende il formato “aperto” con cui le informazioni e i dati digitali possono essere trasmessi, distribuiti e scambiati sul Web attraverso l’utilizzo di formati che, in un contesto di convergenza caratterizzato dalla digitalizzazione delle informazioni, permettano di creare una rete basata su dati che siano accessibili, integrabili e interscambiabili.

 

Obbligo a pubblicare gli Open Data

 

Il c.d. decreto Crescita bis o Crescita 2.0 (o Digitalia), decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, è stato convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221 e contiene norme che impattano sull'e-government e riporta disposizioni in merito alla obbligatorietà della pubblicazione dei dati e sulla digitalizzazione in settori specifici, quali scuola, sanità, trasporti e giustizia.

Opportunità offerte dagli Open Data Quasi tutte le informazioni pubbliche hanno un valore intrinseco, che va oltre l’assolvimento dei compiti istituzionali dell’ente che le detiene. Spesso, la singola informazione ha un’utilità limitata, ma la raccolta organizzata e la combinazione di più informazioni con fonti differenti può generare un valore aggiunto notevole. In questa prospettiva, l’informazione detenuta dal settore pubblico può essere vista come una grande miniera a cielo aperto, che raccoglie vasti giacimenti di informazioni, dati e contenuti. Questi dati hanno anche un valore particolare, che normalmente manca ai dati raccolti dal settore privato: si tratta di dati raccolti nell'arco di molti anni e di regola sottoposti a verifiche (ad esempio nel corso dell’attività che essi supportano), ma soprattutto si tratta di dati tendenzialmente “neutrali” o comunque relativamente affidabili, in quanto meno soggetti a distorsioni generate da interessi commerciali diretti.